I prebiotici sono stati definiti una ventina di anni fa come “un ingrediente alimentare non digeribile che influisce positivamente sull’ospite stimolando selettivamente la crescita e / o l’attività di uno o un numero limitato di batteri nel colon e quindi migliora la salute dell’ospite”. Lo studio del microbioma umano è progredito negli ultimi anni. Nel 2016 l’International Scientific Association for Probiotics and Prebiotics (ISAPP) ha pubblicato una dichiarazione di consenso per i prebiotici come “un substrato che viene utilizzato selettivamente dai microrganismi ospiti che conferiscono un beneficio per la salute”.
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Differenza tra probiotici e vitamine, sali minerali
Antibiotici, minerali e vitamine possono alterare la composizione batterica intestinale, ma questi non sono considerati prebiotici. I prebiotici hanno caratteristiche distinte.
In primo luogo, vengono utilizzati selettivamente, il che significa non utilizzati dai microrganismi patogeni ma solo dai saprofiti benefici;
inoltre, le prove supportano i loro effetti benefici sull’ospite, e sono presenti numerosi studi in letteratura che lo evidenziano;
e terzo, gli enzimi ospiti non dovrebbero degradare il composto, nel senso che il composto dovrebbe restare disponibile intatto per i batteri benefici.
Studi clinici hanno dimostrato che il gruppo primario di batteri stimolati dai prebiotici sono Lactobacillus e Bifidobacterium, entrambi comunemente usati come probiotici. Sono stimolati da alcune sostanze inserite nella dieta, che, appunto, l’ospite non elabora. Quindi, i prebiotici sono sostanze che stimolano i probiotici e portano a un loro miglioramento metabolico. È anche importante notare che i prebiotici non influenzano i batteri patogeni come
Clostridia ed
Escherichia coli. A differenza dei prebiotici che sono il substrato dei
probiotici, questi ultimi sono invece microrganismi vivi che hanno effetti benefici sull’organismo. Gli articoli dedicati ai probiotici li trovate seguendo
questo link. Le vitamine invece sono sostanze benefiche necessarie all’organismo, che non può produrle (tutto scritto qui).
Prebiotici e salute umana e malattia
Nell’ultimo decennio, le prove dell’effetto dei prebiotici sul microbiota dell’ospite a vantaggio della salute generale sono aumentate.
Benefici dei prebiotici
I benefici fisiologici dei prebiotici si possono sintetizzare nel miglioramento delle funzioni intestinali, l’aumento dell’assorbimento dei minerali (calcio) e il miglioramento della densità ossea, regolazione del metabolismo dei lipidi e del glucosio e modulazione delle funzioni immunitarie. Inoltre, è stato indicato che i prebiotici possono promuovere autonomamente la salute, senza necessariamente influenzare il metabolismo dei batteri benefici; ad esempio, possono legarsi ad agenti patogeni e creare un effettore anti-aderenza, possono migliorare il sistema immunitario per effetto sui recettori immunitari dell’ospite.
Oligosaccaridi vegetali,
flavonoli e polifenoli è noto che abbiamo numerosi benefici tra cui azioni antiossidanti e antinfiammatorie. Non è chiaro il meccanismo con cui agiscano, ma è possibile sia anche tramite il fornire un substrato prebiotico al microbiota.
Studi sui prebiotici
L’impatto dei prebiotici sulla salute umana e su diverse malattie è stato esaminato in una serie di studi. L’efficienza del galattooligosaccaride (GOS) inulina e lattulosio sono stati trovati efficaci nelle malattie infiammatorie intestinali e nell’obesità. Anche l’Oligomannato di sodio, derivato da una alga, pare efficace nel morbo di Alzheimer.
Omega-3 prebiotici: acidi grassi polinisaturi
Gli acidi grassi Omega-3 (FA) sono acidi grassi polinsaturi essenziali ottenuti attraverso la dieta.
Gli acidi grassi a catena corta (acido alfa-linolenico) si trovano nelle noci, nella soia, nei semi di lino e nei semi di lino.
Invece i sottotipi di acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA) a catena lunga sono derivati dal pesce azzurro o prodotti nell’organismo dalla desaturazione / allungamento degli AF a catena corta. Ci sono prove emergenti del loro ruolo come prebiotici.
È stato dimostrato che gli Omega-3 in modelli animali normalizzano la disbiosi intestinale indotta da stress precoce e, attraverso la modulazione di
Fimicutes / Baceroidetesratio. Hanno altri effetti tra cui l’aumento della sensibilità all’insulina, e contribuiscono al miglioramento metabolico nell’obesità, avendo anche un ruolo attivo in ansia, umore e depressione, artrite reumatoide e cancro. Inoltre, gli omega-3 possono influenzare generi produttori di butirrato come
Bifidobacterium, Lactobacillus e altri, alterati in malattie infiammatorie intestinali. Gi omega-3 aumenterebbero le attività antinifiammatorie dell’organismo e avrebbero un impatto sulla produzione di benefici acidi grassi a catena corta. Non meno importanti sono i loro effetti antitumorali (
link).
Probiotici una questione comunque aperta
Secondo alcune stime il mercato a base di microbioma umano vale almeno 400 milioni di dollari, destinato a aumentare. Ci sono forti interessi quindi dietro questo mercato. Le generalizzazioni di prebiotici e probiotici dovrebbero essere evitate. Non sono quindi la bacchetta magica, e la letteratura è complessa e contraddittoria alcune volte. E’ chiaro oramai comunque che i microbi non sono solo patogeni nemici come un tempo si pensava, ma anche dei collaboratori della salute umana e che alcuni alimenti possono modulare il loro equilibrio positivamente per l’uomo.