Occhio secco e sonno

Il sonno influenza profondamente l’occhio secco. Dormire poco può portare a occhi rossi, occhi gonfi, bruciore e altri sintomi di infiammazione oculare.

Occhio secco e sonno

L’occhio secco è una malattia multifattoriale che porta notevoli disagi a chi ne soffre.

Dopo aver parlato nei precedenti articolo delle cause e dell’inquadramento generale, della correlazione con osteoporosi (qui), con malattie autoimmuni (qui), delle correlazioni con il microbiota e di tanto altro (qui tutti gli articoli su occhio secco), parliamo del sonno come concausa di occhio secco.

Anche delle allergie oculari e delle congiuntiviti croniche abbiamo parlato in tanti articoli, per spiegare che non dipendono spesso solo da cause oculari ma da tanti altri fattori.

Oggi affrontiamo il discorso di quanto il sonno sia importante per l’ochcio secco.

Il sonno e gli occhi. L’importanza di dormire per gli occhi

Alcuni studi hanno suggerito che fattori psicologici siano associati ai sintomi di occhio secco, e che la depressione e l’ansia siano  associati a riduzione della produzione lacrimale. Il benessere è uno stato mentale una sensazione di piacere e soddisfazione. In letteratura si trovano studi che confermano che uno stato di benessere e riduca i sintomi della secchezza oculare. Ne consegue che più alto quindi è il livello di felicità soggettiva minore sono i sintomi di secchezza oculare auto riportati. Quello che ci preme sottolineare è che i punteggi di felicità più bassi non erano correlati a dati oggettivi degli esami lacrimali. Spesso infatti si nota una discrepanza anche nella comune attività quotidiana di oculista tra quanto osservato obiettivamente dal medico e quanto riferito dal paziente. Dunque alcuni occhi apparentemente infiammati non danno disturbi significativi, mentre situazioni clinicamente apparentemente ben compensate portano notevole fastidio al paziente. Da riaffermare che i sintomi di secchezza oculare non si limitano soltanto alla sensazione di sabbia e di secchezza, ma comprendono altri sintomi debilitanti come astenopia, senso di corpo estraneo, visione offuscata e dolore. Tutti questi sintomi  possono influenzare negativamente il benessere percepito.

Occhio secco, depressione emenopausa

La depressione generalmente peggiora con l’età, ma in letteratura sono presenti indicazioni per cui la depressione sarebbe più presente nelle donne giovani con l’occhio secco per poi migliorare, mentre nelle donne senza occhio secco il sonno e l’umore peggiorano con l’età e sono peggiori nel periodo della menopausa.

Sonno e microbioma oculare

Come sappiamo anche l’occhio a un suo microbioma specifico. L’equilibrio quindi tra i microbi residenti e le cellule immunitarie sappiamo essere un determinante critico per le malattie infiammatorie. Sappiamo anche che le cellule Th-17 e Th-reg contribuiscono alla malattia cronica dell’occhio secco, insieme anche a dei meccanismi autoimmuni che coinvolgono le cellule B. È stato visto, in sostanza, che ci sono dei cambiamenti nel microbioma oculare dall’occhio chiuso all’occhio aperto. In particolare con l’occhio chiuso alcune cellule infiammatorie si spostano nel film lacrimale, forse in risposta al microbiota intrappolato. È possibile quindi che la deprivazione del sonno porti anche ad una alterazione del microbiota oculare.

Disturbi mentali e occhio secco

Le evidenze in letteratura vanno quindi del senso di chiarire come i disturbi mentali come la depressione, l’ipocondria, lo stress, i disturbi del sonno e dell’umore, possono portare a un incremento dei sintomi percepiti nell’occhio secco, non coerenti con i livelli di alterazioni cliniche rilevate in sede di visita e analisi di laboratorio (come i test lacrimali). La conclusione è che quindi sarebbe necessario lavorare anche sulla parte psicologica ed eventualmente psichiatrica dei pazienti.

 

Un rimedio naturale per l’occhio secco: la PEA

Come dicevamo prima alcuni studi hanno dimostrato che la scarsità di sonno diminuiva l’espressione dei lipidi endogeni, in particolare della PEA (palmitoiletanolamide). Le etanolamidi degli acidi grassi (FAE) sono membri di una classe di mediatori lipidici bioattivi endogeni con una struttura chimica di base N -acitanolammina. I principali membri della famiglia FAE includono l’endocannabinoide anandamide (AEA) e i suoi congeneri oleoylethanolamide (OEA) e palmitoiletanolamide (PEA).  In letteratura che evidenza che i FAE siano regolatori del ritmo sonno-veglia. La PEA è in vari tessuti umani, occhio compreso. Pare che negli animali da esperimento a cui è stato indotto occhio secco, la PEA sia diminuita, e che il suo ripristino sia stato migliorativo.  Potrebbe quindi risultare una proposta terapeutica accanto alle classiche.

Occhio secco, Sjogren e sonno

Altre evidenze in letteratura riportano come i pazienti affetti da malattie autoimmuni, in particolare sindrome di Sjogren, manifestino disturbi del sonno più frequentemente della popolazione sana. Se colleghiamo questa informazione al fatto che il Sjogren si associa spesso occhio secco, capiamo quanto la questione assume rilevanza.

Apnee notturne e occhio secco

Anche le apnee notturne sono correlate al momento della prevalenza di occhio secco, e questo è comprensibile, dal momento che le citochine pro infiammatorie come il fattore di necrosi tumorale alfa (TNF), IL-1 e IL-6  sono elevati a causa della ipossia intermittente cronica. Come abbiamo imparato nei paragrafi precedenti queste interleuchine alimentano il circolo vizioso della infiammazione.

Conclusioni

Dall’analisi di questi articoli in letteratura, è evidente come la qualità del sonno possa influenzare lo stato infiammatorio della superficie oculare e lo stato di benessere psicofisico. In particolare l’occhio secco e associato a quadri psicologici e psichiatrici deboli associati a disturbi del sonno. In questo senso quindi bisogna ripristinare sicuramente un corretto ritmo sonno-veglia.

La Melatonina aiuta molto in questo: Melatonina: rimedio naturale per gli occhi

Come rimedio di primo livello si può cercare di ricorrere a sostanze naturali che favoriscono il sonno, mentre per i quali più complessi e necessario un consulto specialistico psichiatrico o psicologico. Il medico di base saprà sicuramente indicare il percorso giusto.

Anche l’oculista comunque dovrà cercare di raccogliere una anamnesi precisa per identificare il disturbo del sonno come una possibile causa da trattare.

Per un quadro più generale sull’occhio secco vi invitiamo a leggere tutti gli articoli sull’occhio secco, come trovate qui.

Altro su occhio secco

Riferimenti bibliografici

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Dott. Alberto Lanfernini – Oculista
Faenza – Ravenna – Riolo Terme – Pesaro

Dot. Lanfernini Alberto

Dott.ssa Annalisa Moscariello – Oculista
Ravenna – Faenza – Pesaro

Dott.ssa Annalisa Moscariello Oculista